Frenetico perchè in questi due giorni sono riuscita a portare a termine il lungo elenco di cose da fare che mi ero preventivamente annotata nella mia to-do-list. Un sacco di cose noiose come pulire casa, o fare ordine negli armadi, ma anche tante piccole cose gratificanti come cucinare un delicato risottino zucca e zola per il mio Contadino del Cuore e la Disegnatrice di Stoffe,
o riuscire ad appendere un paio di piccoli quadretti che pazientemente attendevano da mesi di trovare un piccolo angolino nella Bucolica Casa Campestre
o ancora acquistare una delicata viola del pensiero da regalare alla mia sorellina, o preparare qualche caco in un sacchetto da regalare ad amici e colleghe
Triste, perchè il mio Ulisse è di nuovo partito per uno dei suoi viaggi: il 15 di novembre deve esporre una presentazione riguardo il lavoro svolto in questo secondo anno di dottorato, presentazione che servirà per la valutazione in base alla quale saprà se è stato ammesso a frequentare il terzo ed ultimo anno di dottorato. Quindi dalla settimana scorsa, sino a lunedì prossimo io praticamente non lo vedrò, abbiamo giusto quel quarto d'ora in cui ingurgita la sua cena per chiaccherare della giornata appena trascorsa, dopo di chè lui si chiude nel suo studio sino a notte fonda. Mi manca davvero tanto...
Malinconico, perché una delle cose che mi ero prefissa di fare questo week end era riordinare gli armadi e aprire una serie di scatole che avevo in fondo ad uno degli armadi, scatole contenenti libri, quaderni, oggetti e ricordi che avevano inscatolato i miei, svuotando la mia cameretta, quando sono andata a vivere con il Mio Contadino del Cuore. I miei non lo sanno ma, quando quel giorno di fine estate di due anni fa hanno depositato sul tavolo del soggiorno tutte quelle scatole, portandomi tutto quello che di mio rimaneva nella mia vecchia casa, in quella che per 28 anni era stata la mia cameretta, senza interpellarmi o che io glielo avessi chiesto, mi hanno fatto sentire sfrattata, rifiutata, non più voluta... so che non è così, però quel giorno è così che mi sono sentita...
Per cui, quando si era trattato di metterle via, l'avevo fatto senza valutare cosa andava eliminato, e cosa effettivamente valeva la pena di conservare... mi sembrava che la mia infanzia e la mia adolescenza stessero tutte lì, in quelle quattro scatole e non me ne sarei separata per nulla al mondo...
Ora, in questi due anni sono cresciuta davvero tanto, ho percorso un cammino davvero duro e faticoso che mi ha portata adesso qui dove sono ora, e di questo stato, di questo luogo, e di questo essere ne sono molto orgogliosa... e quindi ho deciso che ero finalmente pronta a riaprire quelle scatole: avevo assolutamente bisogno di spazio, le scatole delle scarpe e degli stivali ormai invadevano la mia stanza, per cui era imprescindibile effettuare una scelta, fare una cernita di ciò che andava conservato e ciò che andava tenuto.
Riaprendo quelle scatole è stato come avere una macchina del tempo che mi ha riportato via via in dietro negli anni. Ho ritrovato l'ultimo regalino ricevuto da mio nonno prima che morisse 14 anni fa. Ho ritrovato le lettere di quella che per anni è stata la mia migliore amica e adesso amica non lo è più, e il perché non lo saprei nemmeno spiegare, e mi manca tanto, e spesso gliel'ho scritto e detto, ma niente... Ho ritrovato bigliettini d'amore e pensierino del mio primo vero fidanzato, il primo ragazzo per il quale "descubrì lo que es amar", il primo ragazzo di cui sono stata follemente innamorata, che ho amato alla follia e per il quale ho davvero sfidato il mondo intero, il mio mondo... dopo quasi un anno che stavamo insieme ha scoperto di avere una grave malattia, e io gli sono stata vicina, facendo avanti e indietro all'ospedale, finché lui me l'ha permesso... Ho ritrovato un bigliettino del Piccolo Principe da parte di mia cugina Rafina che non c'è più, in cui mi ringraziava della bellissima settimana trascorsa insieme a Barcellona... e allora lì ho pianto...
Ho ritrovato libri e quaderni accumulati nei 5 anni di studi universitari, la tesi nei suoi vari formati e l'attestato di laurea. Tutto questo, insieme ai ricordi da cui non mi sarei mai separata, l'ho amorevolmente riposto in un grosso scatolone accuratamente imballato e ora appoggiato su una delle mensole in garage. Mentre tante altre cose, come pupazzetti, astuccini rosa luccicanti e pelosini, piccoli diari a forma di cuore, praticamente mai usati se non intatti, li ho portati ai miei, mia madre li distribuirà tra le bimbe che ha in trattamento (fa la fisioterapista nel reparto di neuropsichiatria infantile presso la ASL del paese in cui sono cresciuta).
Dolce e spumeggiante perchè ieri sera abbiamo festeggiato il compleanno del mio cuginino preferito e del suo papà, ovvero mio zio, il fratello di mia mamma, ed io ero lì, purtroppo senza il mio Ulisse, a gioire con loro e ad osservare con sguardo innamorato la mia famiglia, per quanto strana, "allargata" e stortignaccola sia!
E voi?
Com'è stato il vostro fine settimana?
3 commenti:
Eccoli i cachi maturi! Non vedo l'ora che anche i miei diventino così! Che buoni!
Grazie ancora!
^___^ Molto carino questo post, quasi commovente. Io, poi, sono una molto attaccata ai ricordi e alla famiglia, quindi capisco le emozioni di cui parli.
Come ho passato il fine settimana? Tesi + lavoro per il mercatino di Natale. Insomma, non proprio rilassante. ;) Se per caso pensi di fare un giro dalle mie parti in occasione dei mercatini natalizi, tieni presente anche il mio: mi farebbe piacere incontrati di persona. ;)
Ehy, ho visto il copri-calorifero su cui dorme la tua micia: ma è stupendo! Proprio ieri pensavo di comprare un'amaca da calorifero per i miei due pelosetti perchè adorano quel tepore. Penserò alla tua soluzione.
Bacibaci,
I.
Percorso profondo e intenso, ma anche molto appagante. Io lo scorso week end mi sono rifiutata di toccare i mestieri di casa, stufa che tutti i miei sabati e domenica siano una corca a ripulire e mettere in ordine. Adesso si presenta un nuovo week end, e io non ho voglia di lavori domestici, ma di "casa" fatta di coccole, cucina, ricami e risate.
Ciao
Margherita
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